La perdita di udito è un potenziale fattore di rischio per il benessere mentale e la qualità di vita: questo è quanto conferma un recente studio condotto da un’equipe di ricercatori dell’University of Ulsan College of Medicine di Seoul, in Corea del Sud, e pubblicato sul Journal of Audiology & Otology, un’autorevole rivista scientifica con focus sull’audiologia.

Arriva, dunque, un ulteriore riscontro su quanto l’ipoacusia renda vulnerabili ad episodi di ansia e depressione, al punto da culminare in una fragilità psicologica tale da indurre a pensieri di suicidio, soprattutto tra gli individui di età superiore ai 40 anni. 

Ma andiamo per gradi.

Gli autori hanno esaminato i dati provenienti da 10.921 partecipanti che hanno effettuato un sondaggio nazionale su salute e nutrizione in Corea. L’analisi dei questionari mirava a valutare la salute mentale in base ad alcune risposte fornite in merito a percezione dello stress, depressione e ideazione suicidaria. 

Contestualmente, sono state valutate abilità motorie, attività quotidiane, dolore o disagio e ansia o depressione per esaminare la qualità della vita.

Gli esiti dello studio

Una volta incrociate le risposte, gli autori sono arrivati ad una conclusione piuttosto inattesa: i pensieri di suicidio erano più diffusi tra gli anziani con perdita di udito rispetto agli anziani senza perdita di udito.

Un altro risultato interessante è emerso anche rispetto all’abilità motoria, risultata inferiore nei soggetti con perdita uditiva >20 dB rispetto agli anziani con udito normale. Questo suggerisce che l’ipoacusia influenzi, direttamente e indirettamente, la salute fisica a 360°.

In generale, le persone con perdita uditiva di entità moderata e grave hanno registrato, secondo i parametri EuroQol-5, una qualità di vita inferiore rispetto al gruppo con ipoacusia lieve. 

Perché l’ipoacusia impatta sull’umore? 

Ci sono diverse statistiche che evidenziano la maggiore attitudine a sperimentare episodi di ansia e depressione delle persone con problemi di udito. 

Le ragioni di questa tendenza sono molteplici, ma è probabile che possano essere sintetizzate nella percezione della debolezza uditiva come una condizione invalidante che impedisce la piena costruzione o il mantenimento di rapporti sociali appaganti.

Ciò si traduce in una tendenza all’isolamento che, inevitabilmente, si ripercuote sul benessere mentale. 

A ciò, si aggiunge un senso di frustrazione legato a una condizione spesso percepita come un ostacolo insormontabile, accentuato da una scarsa consapevolezza sul fatto che la tecnologia moderna possa offrire la possibilità di recuperare un udito eccellente mediante l’utilizzo di apparecchi acustici, sapientemente programmati da un abile audioprotesista. 

Questi piccoli prodigi di tecnologia permettono alle persone ipoacusiche di tornare ad essere protagonisti della propria vita sociale. 

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