La sensazione generale è che le persone non riservino all’udito e al benessere uditivo la stessa attenzione dedicata ad altri aspetti della propria salute. Sensazione che trova conferma negli ultimi sondaggi Eurotrak sulla prevenzione uditiva e l’uso degli apparecchi acustici in Italia.

I dati emersi, infatti, restituiscono una panoramica della situazione attuale. 

A partire dal tasso di adozione degli apparecchi acustici: solo il 35% di persone con problemi di udito indossa questi dispositivi. Ed 1 persona su 2 ritiene che i disturbi uditivi siano innocui, senza conseguenze importanti per la salute. 

Scarsa consapevolezza, diffusione di cattive abitudini tra i più giovani (es. ascolto in cuffia ad alto volume) e stigma sociale sull’uso degli apparecchi acustici sembrano essere le principali motivazioni del trend che configura la sordità come un problema di salute pubblica mondiale destinato a diffondersi con impulso crescente nei prossimi anni.

Basti pensare che, secondo i dati OMS, il numero di ipoacusici è aumentato del 73% rispetto al 1990. E che entro il 2050 sono stimati circa 2,5 miliardi di casi di ipoacusia (praticamente 1 persona su 4 nel mondo avrà problemi di udito).

Dati preoccupanti che invitano ad una seria riflessione su come invertire la rotta, iniziando da campagne di sensibilizzazione con l’obiettivo di diffondere una presa di coscienza sull’importanza della prevenzione, cercando di far leva sui vantaggi concreti di un udito in salute.

A questo proposito, potrebbe essere utile fare chiarezza rispondendo in maniera esaustiva ad una domanda ben precisa: perché una persona dovrebbe prendersi cura del proprio udito? Qual è l’impatto tangibile della perdita uditiva sulla salute e sulla vita di tutti i giorni?

L’impatto della perdita uditiva

Quando viene trascurata, la perdita di udito influenza molti aspetti della vita.

Quella relativa alla comunicazione è sicuramente la sfida più grande per le persone che trascurano i propri deficit uditivi, soprattutto per le ripercussioni che ne derivano per la salute fisica e mentale.

A qualsiasi età.

Nei bambini, per esempio, un calo dell’udito può influenzare lo sviluppo del linguaggio. La maggior parte degli studi condotti sui più piccoli con ipoacusia dimostra che essi sperimentano un ritardo linguistico e cognitivo con contraccolpi significativi durante la crescita e in età adulta, oltre a riscontrare maggiori difficoltà nell’apprendimento scolastico.

Indipendentemente dall’età, chi sviluppa una forma di perdita uditiva deve fare i conti con una sfida proibitiva: contrastare l’isolamento sociale mantenendo intatte le capacità di interagire con l’ambiente circostante e preservare le funzionalità cognitive.

Chi è alle prese con perdita di udito, infatti, tende a chiudersi in sé. Come riporta l’OMS, questa attitudine risulta più accentuata nelle donne e negli adulti più anziani. Si ipotizza, che ciò avvenga a causa della ridotta partecipazione alle interazioni.

Questa tendenza è osservata soprattutto nei Paesi in cui l’accesso alle cure dell’udito è limitato.

Isolamento sociale e solitudine indotte dalla perdita dell’udito possono avere implicazioni importanti per la salute del cervello, inoltre contribuiscono al peggioramento della salute mentale, rendendo più vulnerabili a episodi di depressione e angoscia.

Nel corso della vita, infatti, le persone con udito debole registrano mediamente tassi più elevati di depressione e riferiscono una qualità di vita inferiore rispetto ai loro coetanei udenti.

Il ritiro sociale e le interazioni sociali alterate sono frequenti tra le con perdita dell’udito, così come sentimenti di imbarazzo, rifiuto e ansia. Spesso, durante le conversazioni con i propri partner, essi sperimentano frustrazione e rabbia”, scrivono gli esperti dell’OMS nel report sulla salute uditiva nel mondo.

A queste ripercussioni si aggiungono l’inadeguatezza e la bassa autostima: l’ipoacusia, infatti, non fa sentire all’altezza in quanto viene percepito come un handicap, ostacolando i propri progetti in campo professionale e affettivo.

Per tutte queste motivazioni, diventa fondamentale prendere a cuore la propria salute uditiva.

Non a caso, le massime istituzioni sanitarie consigliano di effettuare almeno un esame audiometrico all’anno.

Questo appello è rivolto soprattutto agli over 55, ma non esiste un’età giusta o sbagliata per prendersi cura di sé. Intervenire tempestivamente consente, infatti, di arginare l’impatto della sordità sulla salute e sulla vita di tutti i giorni.

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